In Salento e precisamente nella mitica “Terra d’Arneo“, un vasto e variegato territorio dove la vegetazione spontanea della macchia mediterranea si alterna a boschi di querce e pino d’Aleppo, con una campagna ricca di vigneti e uliveti, costellata da muretti a secco, pajare, masserie secolari, casali e ville gentilizie” si trova il nostro podere dove, seguendo un protocollo BIO, coltiviamo le varietà di grani antichi Cappelli e Tummina o Timilia nel rispetto dell’ambiente e dei cicli naturali senza l’uso di fertilizzanti ed antiparassitari.
Il nostro grano viene macinato a pietra in un mulino che da tre generazioni utilizza tecniche di lavorazione artigianali con autonomia energetica, grazie all’impianto fotovoltaico minimizzando quindi l’impatto ambientale.
La macinazione a pietra, oltre a tenere bassa la temperatura del prodotto macinato consente di conservare tutte le proprietà e gli elementi nutrizionali del germe di grano che viene macinato ed impastato in un unico passaggio, questo permette di ottenere semole e farine con elevato “potere salutistico” più ricche di polifenoli e quindi con attività antiossidante ed antinfiammatoria.
Le nostre paste di grano duro, sottoposte ad una lenta essicazione, sono fatte di SEMOLA DI GRANO DURO 100% grani di varietà Senatore Cappelli e, per l’integrale, da farina ottenuta premiscelando grani di varietà Senatore Cappelli e grani di varietà Tummina o Timilia, secondo una proporzione che la rende unica.
La frase di Ippocrate spesso tocca il nostro profondo perché significa mettere in discussione le nostre consolidate abitudini e comporta un atteggiamento più consapevole delle scelte alimentari che facciamo. Siamo quello che mangiamo, in pochi conoscono il “miracolo” che avviene nel nostro corpo quando assumiamo del cibo.
Tenere presente questo processo di trasformazione delle materie prime significa avere più cura nella scelta degli alimenti per evitare il rischio di reazioni che possono arrivare alla manifestazione di varie patologie. La pasta è un alimento alla base della nostra tradizione culinaria. Nel nostro progetto agricolo siamo partiti proprio dalla ricerca dei grani tradizionali così detti antichi ossia quei grani che si usavano prima della “rivoluzione tecnologica” ovvero che NON sono stati nanizzati a mezzo irradiazione con raggi gamma.
Era la fine degli anni 60 quando nacque il grano Creso, padre dei grani moderni, registrato poi nel 1974. Si passò quindi da una taglia di 140 e 160 cm (prima del Creso) ad una taglia più bassa (70-80 cm). Questa tecnica di miglioramento genetico aveva l’obiettivo di offrire una maggiore resistenza all’allettamento (il piegarsi del grano ovvero alle perdite di produzione legate al vento).
Tra i grani antichi troviamo: Verna, Inallettabile, Gentil Rosso, Frassineto (frumenti teneri). Senatore Cappelli, Tummina o Timilia, Russello, Saragozza,
Perciasacchi tra i frumenti duri più noti. Ce ne sono comunque tantissimi altri anche se il grano tradizionale
più antico è il monococco.
PERCHE’ PREFERIRE IL GRANO ANTICO O LE VARIETA’ COMUNQUE “NON NANIZZATE”:
I grani antichi per prima cosa non necessitano di diserbanti (ricordiamo che il glifosato causa leucemie anche in dosi minime ed ancora si discute su quelle considerate sicure)
Ecco cosa dice Enzo Spisni professore associato, che oggi dirige il laboratorio di Fisiologia Traslazionale e Nutrizione del dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali dell’Università di Bologna: “Abbiamo capito benissimo che parlando di grano (e in generale di cibo), gridare ai quattro venti “tutto è uguale”, come fanno alcuni divulgatori scientifici, fa molto comodo alle multinazionali dei pesticidi e del food. Io faccio analisi (certificate) sui grani moderni e continuo a trovare contaminazioni che non mi spiego: pur entro i limiti
di legge trovo, su grani dichiarati italiani, Clopirifos, un pesticida (piuttosto pericoloso) bloccato in Europa dal gennaio 2020, mentre non trovo pesticidi nei grani antichi coltivati (sempre in biologico)”.
I grani antichi per la loro altezza hanno un apparato radicale più sviluppato e una migliore capacità di fare fronte alle erbe infestanti, riescono ad utilizzare meglio l’azoto nel terreno e quindi non hanno bisogno generalmente di concimazione.
Il bombardamento con i raggi gamma operato per ottenere i grani moderni ed aumentare la produttività, ha modificato la qualità del glutine (o meglio delle gliadine del grano) rendendo quindi questa proteina più difficilmente digeribile con aumento di rischio di permeabilità intestinale.
Le varietà antiche di grano, compreso il Senatore Cappelli, hanno effetti benefici sulla salute.
Una Review: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35807959/
Più studi hanno dimostrato che tutti i grani tradizionali, rispetto alle varietà più moderne, hanno effetti benefici sulla colesterolemia, sullo stato infiammatorio, sui danni ossidativi alle membrane cellulari, sulla funzionalità intestinale.
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